Il bello dei personaggi di Edgar Lee Masters, infatti, è che essendo morti non hanno più niente da perdere e quindi possono raccontare la loro vita in assoluta sincerità.
Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album "Non al denaro, non all'amore nè al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River. De André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni.
Le nove poesie scelte toccano fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico).
In questi due gruppi si possono scoprire delle simmetrie: il giudice perseguitato da tutti trasforma la sua invidia in sete di potere e si vendica, il chimico è tanto preso dalla scienza e dalla ricerca di un ordine perfetto da essere incapace di amare. Il malato di cuore rappresenta l'alternativa all'invidia, pur essendo in una situazione tale da poter invidiare tutti gli altri, riesce a vincere l'invidia grazie all'amore invece di lasciarsi trasportare dall'egoismo. I buoni propositi del medico vengono schiacciati dal sistema che lo obbliga a essere disonesto, mentre l'ottico vuole trasformare la realtà e mostrarci un'"altra" realtà più vera, per questo può essere accostato alle "Porte della percezione", il libro di Huxley da cui presero il nome anche i Doors.
Il suonatore Jones è l'unico in questa raccolta di poesie a cui De André lascia il nome. Infatti, mentre nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo. Il suonatore Jones, il personaggio con cui l'album si chiude, invece è unico, rappresenta l'alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere i propri scopi. Per tutta la sua lunga vita il suonatore Jones ha fatto quello che più gli è piaciuto e per questo muore senza rimpianti.
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