venerdì 27 aprile 2007

GUIDA ALL’ESAME DI MATURITÀ

Nella prima prova dell'esame di maturità si può scegliere tra 4 diversi tipi di prova scritta:
1- Analisi e commento di un testo letterario o non letterario, con le indicazioni sul modo di procedere.
2- Saggio breve o articolo di giornale.
3- Tema storico su un argomento del programma svolto nell’ultimo anno di corso.
4- Tema di attualità.

1- Analisi del testo e commento letterario
Per sviluppare al meglio questa prova è necessario applicare le capacità critiche che si sono acquisite nel corso degli studi. Lo studente potrà svolgere un'ottima prova anche se l'autore o il testo non gli sono molto noti, purchè si lasci guidare dalla sua conoscenza del contesto in cui nasce il testo da analizzare e commentare, e segua attentamente le indicazioni della traccia. Le domande del questionario aiuteranno lo studente nella comprensione del testo e lo orienteranno nell'interpretazione d'insieme e nella contestualizzazione.

La Commissione in questa prova valuterà:
- le conoscenze relative al testo proposto e al quadro di riferimento;
- lo sviluppo critico dell’argomentazione;
- la correttezza e la proprietà linguistica;
- l’organicità e la coerenza del discorso;
- la capacità di dare giudizi motivati e personali.

2 - Il saggio breve
Il saggio breve è un testo argomentativo basato sull’intento di "dimostrare" una determinata tesi (un’idea-forza) mentre il tema tradizionale è un testo espositivo, in cui i contenuti non sono necessariamente strutturati per un certo obiettivo, ma semplicemente esposti, secondo un criterio personale e senza alcun riferimento ad un lettore implicito diverso dal docente o da una eventuale commissione. Le principali differenze tra saggio breve e tema tradizionale sono le seguenti:
cambia l’impostazione traccia-contenuto. Non ci troviamo più di fronte ad una traccia a tesi che richiede una riflessione su un dato argomento che ci guida anche nell’esposizione e provvista a priori di una certa mentalità, ma un soggetto da cui è necessario, a seconda della tesi che si vuole dimostrare, "estrarre" la traccia. Ovviamente si tratta di un’operazione preliminare; perché una dimostrazione sia convincente, è necessario che si appoggi su una serie di prove. Nell’ultimo esame di stato sono state fornite ai candidati delle pezze d’appoggio per ciascun "ambito" (artistico-letterario; socio-economico; storico-politico; tecnico-scientifico). In assenza di tali materiali, o in aggiunta ad essi, le prove devono essere tratte dalle proprie conoscenze o esperienze; il saggio breve deve seguire una scaletta. Tale scaletta può essere esplicita (per paragrafi, per punti) oppure implicita. Deve comunque essere possibile per chi legge l’elaborato comprendere immediatamente che si tratta di un saggio breve, quali sono i suoi passaggi, quali sono le sue conclusioni. A tale proposito si suggerisce di adottare uno schema di tipo classico in questo genere di trattazione: presentazione della tesi; svolgimento delle argomentazioni con compendio di materiali informativi; conclusioni; il saggio breve deve rispondere a determinati requisiti. Alcuni di questi sono comuni anche alla tipologia del tema tradizionale: la pertinenza, la coerenza e la conoscenza adeguata dell’argomento. Il requisito peculiare del saggio breve è la funzionalità delle argomentazioni alla dimostrazione della tesi: le prove a cui ci si affida devono essere convincenti e pertinenti; tutto ciò che è superfluo o non funzionale alla tesi da dimostrare è da scartare; il saggio breve, come dice la sua stessa definizione e come si può intuire dal punto precedente, deve essere breve: se la funzionalità è la peculiarità strutturale del saggio breve, la sintesi ne è quella formale. Nel testo del ministero della Pubblica Istruzione si raccomanda di non superare le quattro mezze pagine di foglio protocollo; il saggio breve ha un lettore implicito che deve essere qualificato: rivista specialistica, fascicolo scolastico ecc. Dalla destinazione prescelta dipendono il tipo di linguaggio, il genere di prove che si adducono, il taglio dell’elaborato (più o meno "scientifico"); privilegiando la funzione conativa a scapito di quella emotiva il saggio breve deve comunque avere un taglio "impersonale": non è consentito ricorrere a formule come "secondo me" o a frasi ad effetto e ed è sempre bene attenersi ad un tono distaccato
Lo schema espositivo 1. enunciazione: inquadrare molto brevemente i termini del problema; presentare la tesi da dimostrare e le maggiori problematiche connesse.
2. percorso critico-informativo: in questa fase, che materialmente è il nocciolo dello scritto, la struttura deve essere chiara e le prove evidenti coerentemente con quanto premesso nell’enunciazione. Nell’esposizione si può utilizzare lo schema della "reductio ad absurdum"; affiancare due posizioni contrapposte e criticarle punto per punto lasciando emergere il proprio punto di vista; se il momento informativo è prevalente si può anche limitarsi a esporre i vari argomenti in modo "oggettivo" senza prendere apertamente posizione.
3. conclusione: si conferma brevemente la tesi di partenza. Si può usare una forma di congedo più personale ma senza eccedere perché la funzione persuasiva insita nel modello del saggio breve non è quella di vendere qualcosa.

…o l’articolo di giornale
In quale giornale? Lo studente dovrà dichiarare il tipo di "giornale" (o tutt'al più settimanale) sul quale ipotizza la pubblicazione: "quotidiano di informazione" di carattere nazionale o regionale, giornale specializzato, settimanale ad alta tiratura, pubblicazioni periodiche di associazioni, e non necessariamente con il nome di una testata realmente esistente. in quale settore? Lo studente dovrà anche indicare il settore specifico in cui immagina di collocare il suo articolo: in prima pagina, in pagine di cronaca estera o di cronaca nazionale, dedicate a fatti di politica, di costume, di economia, o nelle sezioni speciali dedicate alla scienza e alla cultura, agli spettacoli, allo sport, alla cronaca cittadina. come scrivere Anche per questo tipo di testo vigono criteri che regolano l'assetto della forma compositiva, sia nella struttura complessiva (abbastanza lineare ed eventualmente suddivisa da titolazioni intermedie e da battute di intervista), sia nel registro linguistico. Questo ultimo dovrà risultare il più possibile coerente con il tipo di destinazione e con le caratteristiche della specifica sede giornalistica in cui il testo è collocato; il titolo Nel caso dell'articolo di giornale (o di periodico) assume maggior rilievo la funzione del titolo: sia per la possibile sua articolazione in più parti, eventualmente caratterizzate anche tipograficamente, sia per la ben nota funzione di forte effetto di orientamento del lettore. altri accorgimenti La produzione di un testo giornalistico comporta un ulteriore accorgimento. Poiché l'argomento può ben essere, in sé, non collegato in via diretta e immediata all'attualità, e poiché, d'altra parte, la sua trattazione in forma di articolo giornalistico si giustifica solo sulla base di una sua "attualità", è necessario trovare in tali casi un riferimento (immaginario o abbastanza realistico) a circostanze vicine nel tempo (una ricorrenza, una scoperta, una mostra e simili) che rendano verosimile la trattazione giornalistica di quell'argomento per rivolgersi a un pubblico di lettori contemporanei.

Per saggio, articolo e tema la Commissione valuterà:
- la qualità con cui sono state selezionate le informazioni;
- la ricchezza delle conoscenze; - lo sviluppo critico dell’argomentazione;
- la corretta proprietà linguistica; - l’organicità e la coerenza del discorso;
- la capacità di dare giudizi motivati e personali

3 e 4 - Il tema
Sia il tema storico che quello di attualità chiedono allo studente di sviluppare un ragionamento. Questo dovrà quindi fare riferimento al bagaglio informativo attendibile e qualificato acquisito a scuola attingendo anche alle sue curiosità ed agli interessi extrascolastici. Per questa prova non viene indicata l'estensione e quindi lo studente potrà muoversi liberamente, stando però attento ad evitare inutili eccessi.

Link agli ultimi esami

lunedì 23 aprile 2007

Lo stato liberale

“Esisteva un modello generico della struttura e delle istituzioni auspicabili per un paese “avanzato” (con questa o quella variante locale). Uno stato moderno doveva essere uno Stato territoriale più o meno omogeneo, internazionalmente sovrano, grande abbastanza per fornire la base di uno sviluppo economico nazionale, dotato di un corpus unico di istituzioni politiche e giuridiche grosso modo liberale e rappresentativo (avere un’unica costituzione e normativa giuridica) …
Doveva essere composto di cittadini, cioè dell’aggregato dei singoli abitanti del proprio territorio, che godessero di certi fondamentali diritti legali e politici, anziché, per esempio, di corporazioni o gruppi e comunità o altro tipo. (…) “
E. Hobsbawm, L’età degli imperi 1875-1914.



La società di ANCIEN REGIME è stata distrutta da una serie di "rivoluzioni":

ILLUMINISMO
RIV. INDUSTRIALE
RIV. FRANCESE
RIV. AMERICANA

NAPOLEONE
CAPITALISMO

Al suo posto cosa troviamo?? Quale tipo di società è "emersa" dalle trasformazioni tra '700 e '800??

Si può individuare l'origine dello stato moderno come conseguenza dello sviluppo tecnologico della rivoluzione industriale e dello sviluppo giuridico-politico della rivoluzione francese e del riformismo britannico.
La distinzione dall'Ancien Regime si riassume in 4 punti:
1) Il monopolio statale delle forze armate
Prima i vari feudatari e signorotti avevano potere diretto sui loro servitori. L'ordine a livello locale era spesso autonomo rispetto all'autorità del Re. Ora i poteri locali sono eliminati, l’esercito e le forze dell’ordine sono tutte amministrate dal governo centrale.
2) Pubblica amministrazione professionale
Nei vecchi stati la pubblica amministrazione era inefficiente e corrotta. I funzionari erano tutti scelti non per meriti ma per conoscenze, parentele, favori e privilegi. Lo stato moderno ha necessità di una burocrazia efficiente.
3) Mezzi di produzione in mano ai privati
In Inghilterra il passaggio dall'economia agricola all'economia industriale avviene come trionfo della iniziativa privata: fabbriche, terreni, mercato sono gestiti interamente da imprese private. Lo stato favorisce la libera iniziativa e la concorrenza senza entrare nel campo economico. Prima un sistema di dazi, balzelli, regole ostacolavano il commercio e l’aumento dei profitti.
4) Diritti universali dell'uomo
Lo stato moderno fa propri i principi di libertà e uguaglianza giuridica (vedi la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino).

N.B. I diritti che si affermano con lo stato liberale sono i DIRITTI CIVILI. Altri fondamentali diritti saranno introdotti successivamente:
‘700 DIRITTI CIVILI (libertà di opinione, libertà di stampa, diritto di proprietà)
‘800 DIRITTI POLITICI (suffragio universale)
‘900 DIRITTI SOCIALI (sanità, istruzione, pensione, sussidio malattia ecc.)

Perché la borghesia ha realizzato lo stato liberale, non poteva prendersi tutto il potere senza dare troppi diritti?

No, per 2 motivi. Aveva bisogno dell’appoggio delle classi popolari (nelle città) e quindi doveva concedere vantaggi (diritti e leggi più giuste). Inoltre il sistema capitalista aveva bisogno di uno stato che intervenisse poco nelle attività dei suoi cittadini. Per questo regole che limitano il potere del governo e dello stato.

Avevano detto
Il ruolo dello stato era, ai primi dell'ottocento in via di definizione. Secondo i primi liberali inglesi doveva essere come "un domatore del circo", che sta fuori dallo spettacolo, sorveglia, ma non prende parte.
Secondo Thomas Paine ("Buonsenso" - 1776) lo stato doveva solo punire gli eccessi negativi commessi dall'uomo. Crede fermamente nelle capacità del libero mercato di rispondere alle richieste di felicità degli individui. "La società civile è prodotta dai nostri bisogni, e il governo dalla nostra malvagità".
Emmanuel Joseph Siéyès crede come Paine nel libero mercato, sostenendo una naturale propensione dell'uomo alla competizione pacifica, alla cooperazione, alla solidarietà.
Di opinione completamente opposta le idee di grandi pensatori dell'Ottocento:
G. W. Friedrich Hegel ("Filosofia del diritto - 1820) sostiene che lo Stato rappresenta il punto più alto dell'uomo. La società civile non è altro che una giungla, dove la competizione esalta gli aspetti peggiori dell'uomo. E' lo stato a limitare gli istinti biechi dell'uomo e a valorizzarne le virtù. La Prussia era per lui il riferimento concreto di uno stato forte e di una società civile limitata.
Alexis Tocqueville ("La democrazia in America" - 1840) espone una terza posizione, di grande attualità.
"Il tiranno maggiore - sostiene - può essere proprio lo stato democratico con troppa burocrazia e troppo controllo sulla società civile" - La legittimità guadagnata con l'elezione democratica rischia di divenire un pericoloso boomerang se il potere politico non viene controllato da una cittadinanza attiva e competente.

Lo spunto inziale per la lezione era il quesito: Cos'è lo stato?Le varie parti che "formano" uno Stato:
1 - Legislatura
2- Governo
3 - Burocrazia
4 - Amministrazione locale
5 - Magistratura
6 - Forze Armate
7 - Economia pubblica
8 - Scuole
9 - Stato Sociale
10 - Istituzioni culturali.... forse anche altro
Il rapporto del cittadino con questi elementi e il rapporto tra di loro, determina modelli differenti di stato.





martedì 10 aprile 2007

Il "lungo" Ottocento




Come appariva il mondo, dal punto di vista europeo, nel 1914?
Innanzitutto era un mondo di “Pace”. Per gli anziani della prima parte del ‘900 “pace” significava “prima del 1914”. Dalla resa di Napoleone le guerre erano state poche, lontane e senza conseguenze. C’era stata la guerra di Crimea (1854-1856)[1], la guerra civile americana (1861-1865), le guerre di espansione della Prussia e dell’Italia[2]. A questi scontri si aggiunsero i conflitti coloniali e le battaglie tra paesi imperialisti: nelle città europee gli echi di queste guerre giungevano quasi come racconti d’avventura, circondati da un’aurea di leggenda ed esotismo. Tutto cambiò nel 1914.
[1] La guerra di Crimea vide contrapporsi la Russia, interessata all’apertura sugli stretti controllati dalla Turchia, contro Francia e Gran Bretagna (a cui si unì anche il Piemonte Sabaudo). La Russia ebbe la peggio.
[2] Il Piemonte di Vittorio Emanuele II e Cavour combattè contro l’Austria1959. Riuscì a sottrarre la Lombardia grazie all’aiuto determinante della Francia di Napoleone III. La Prussia avviò un’espansione incontenibile nel 1866, scontrandosi con l’Austria e incorporando i ducati tedeschi indipendenti. Nel 1871 aggredì la Francia ottenendo una vittoria sorprendente in poche settimane. Il trattato che sancì il passaggio dell’Alsazia-Lorena alla Germania fu firmato a Versailles.

mercoledì 4 aprile 2007

SETTECENTO

Sulla base della "ricerca" fatta in classe, si invita a inserire il lavoro cliccando su COMMENTI.

ARCADIA - ioana e Ballerini
LUDOVICO MUTARORI - Giulivo e Giuliani
PIETRO METASTASIO - Giorgi
GIAMBATTISTA VICO - Favilli
GIUSEPPE PARINI - Bardelli
G. PARINI "IL GIORNO" - Capaccioli e Ristori
CARLO GOLDONI - Misiani
C. GOLDONI (vita) - Mari
C. GOLDONI (opere) - Cardonati
ILLUMINISMO - Pierazzoli e Cerchi
ILLUMINISMO A MILANO - Tassi
PIETRO VERRI e "il Caffé" - Sequi
CESARE BECCARIA, contro la pena di morte - Arrostiti
VITTORIO ALFIERI - Fornari
NEOCLASSICISMO - Grieco e Luddi