L’ORLANDO FURIOSO
Ludovico
Aristo
Ferrara
1516 (I ed.) -1542 (ultima edizione)
Metrica:
poema in ottave endecasillabi in rima AB AB AB CC
Personaggi:
Cristiani
– Orlando, Rinaldo, Astolfo, Carlo Magno, Bradamante.
Pagani
(o mori, saraceni, mussulmani) – Ruggiero, Rodomonte, Ferraù, Sacripante,
Agramante
Angelica
è la donna amata (non corrisosti) da tutti.
Caratteristiche tipiche del genere
L’ariosto
scrive un romanzo cavalleresco e si attiene alle regole canoniche del romanzo
cavalleresco: storie immaginarie e cavalieri protagonisti. Seguendo
l’innovazione del Boiardo in Orlando Innamorato Ariosto mescola i due cicli
cavallereschi:
ciclo carolingio che narra delle armi, delle
guerre, della guerra tra franchi e mori con protagonisti Carlomagno, Orlando,
Rinaldo ecc e
ciclo arturiano incentrato sugli intrecci
amorosi; protagonisti i vari Re Artù, lancilotto, tristano, Isotta, Ginevra
ecc. Anche l’aspetto magico, rappresentato da Mago Merlino e la fata
morgana erano tipici di questi romanzi.
Spesso in questi romanzi, in cui c’era l’obiettivo di recuperare il sacro
graal, i cavalieri facevano un sacco di altre cose durante la ricerca.
Altre
caratteristiche del romanzo cavalleresco è l’intreccio
di tante storie e l’aggancio con storie
lasciate a mezzo da altri.
L’ironia ariostesca
Però
l’Ariosto mette l’aspetto ironico su ogni aspetto dell’opera: dalla regia
stessa fino agli aspetti del comportamento individuale.
p.e. i cavalieri si attengono formalmente
alle regole del codice cavalleresco MA IN REALTA’ non sono ispirati da quei
valori. Il loro compito era di lottare contro gli infedeli ma lo fanno molto
distrattamente. La loro attività principale era sempre un'altra:
1)girano il mondo alla ventura
2)sono alla ricerca di qualcosa che hanno
perduto
L’ariosto non crede nei valori
cavallereschi, nell’O.F.
ironizza su questo. Per lui tutto è
relativo, lo sguardo ironico, sarcastico, comico sottolinea la complessità
della vita dell’uomo e quanto sia patetica l’ostentazione ipocrita di codici di
valori rigidi.
SULLA LETTERATURA ITALIANA POPOLARE DEL
‘300
La letteratura nobile non aveva una
dimensione realistica. Fu la letteratura dei cantastorie (carolingi e
arturiani) a arricchire la lingua italiana di termini concreti. Anche la
letteratura giocosa e berluesca?? Quali aspetti concreti? P.e. la descrizione
fisica di donne e uomini, oppure il riferimento concreto al costo della merce.
Erano letti o ascoltati da un pubblico molto interessato agli aspetti economici
della vita quotidiana.
Lo
stesso stile linguistico comprende una certa vena ironica. In alcuni passaggi
per esaltare, grazie al contrasto o arricchire attraverso l’analogia, Ariosto
fa la parodia delle opere di Dante o di Petrarca o di Boccaccio.
Petrarchismi nel furioso
· Descrizione di un luogo piacevole (canto II ott 33)
· Lamento amoroso (C 32 o13 – C33 o61 – C27 o132)
· Innamoramento C14 o52
· Commemorazioni e celebrazioni C8 o63
Per
esempio nel Canto I ottava 32 tutta la scena si avvale del canone petrarchesco
nel linguaggio ma non nel contenuto che è molto materiale (lamento di
sacripante perché crede Angelica ormai deflorata, lui voleva essere il primo!).
La
parodia è usata sia verso l’etica cavalleresca (contenuto) sia verso il
linguaggio (petrarca). Per ariosto Petrarca è un maestro ma non è più tempo di
dogmi – copernico, machiavelli, scoperta dell’america - e si può scherzare
anche sul maestro della lingua.
Boiardo
e l’Orlando Innamorato
L’Orlando
Furioso è tecnicamente il continuo dell’Orlando Innamorato, poema in ottave
scritto da Matteo Maria Boiardo per esaltare la casate degli estensi Signori di
Ferrara e suoi “datori di lavoro”. Se Pulci, prima di lui dalla Toscana aveva
scritto con Morgante una specie di satira del genere, Boiardo ci crede davvero
ai valori cavallereschi e allo stile cortigiano. O forse crede semplicemente
nel genere letterario, quello cavalleresco. Lui voleva presentarsi come
alternativo al monopolio culturale di Firenze che aveva una produzione quasi
esclusivamente seria, solenne (Pulci era l’anomalia).
L’Orlando Furioso
Non
ha una unica storia ma sono tre storie che scorrono parallele, sebbene in molte
occasioni siano intrecciate.
1) guerra tra cristiani e pagani
2) pazzia di orlando
3) amore ruggero e bradamente
1
- guerra tra cristiani e pagani
è la
cornice del romanzo. Da qui partono le avventure dei protagonisti, che però
sono assenti quasi sempre nelle battaglie importanti. La guerra compare nel romanzo al canto 14
(elenco truppe, armi, stendardi ecc), viene descritto l’assedio di Parigi da
parte dei pagani (episodio inventato, ma un classico del ciclo carolingio). Si
arriva fino al canto 18 a parlare di guerra. Come mai? Le altre storie sono
bloccate. I personaggi sono entrati nel CASTELLO
DI ATLANTE.
La
guerra ricompare al canto 27. Rodomonte, Mandricardo, Sacripante riprendono il
loro posto tra le fila dei pagani. Ma presto l’ambiguità di ruggero che voleva
farsi cristiano per sposare bradamante e il doppio gioco di Marfisa mettono in
crisi Agramente capo dei pagani. Lui propone a Carlomagno di decidere tutto in
un duello tra i campioni dei due schieramenti: Rinaldo vs ruggero.
Il
duello finisce in rissa generale e ricomincia la guerra a tutto campo. E’
Astolfo a risolvere la guerra: torna dall’oriente, va a riprendere il senno di
orlando sulla luna (orlando torna abile al combattimento), poi forma dei
battaglioni in Africa e attacca vittoriosamente la flotta pagana. Ancora una
volta si decide tutto in una sfida 3 contro 3. Orlando vince ma muore il suo
amico Brandimarte.
Che guerra è? È una guerra senza riscontri
storici. La guerra santa, di religione in realtà è solo di facciata. Nessuno
prende seriamente l’aspetto sacro. La guerra è dichiarata da Agrimante per
vendetta personale (Orlando gli aveva ucciso il padre). Ariosto non specifica
le motivazioni generali che animano i combattenti. E’ invece preciso sulle
motivazioni personali.
Rodomonte
(c14 o15) esibizionismo amatorio
Ferrau
C18 o43 per amore e soldi
Marfisa
c26 o87 per sport, per gusto del confronto
Gradasso
c33 o94 per prendere un cavallo
Orlando
c40 o56/57 riprendere la spada, poi riprendere il corno, poi riprendere il
cavallo
Bradamante
c39 o67 contro Agramante per motivi personali
Mandricardo
C14 o30 vendetta contro Orlando che gli ha ucciso il padre Agricante
Motivazioni
che con la fede o la politica non c’entrano nulla.
Ariosto
dissimula questo disinteresse dalle ragioni della guerra con un’adesione di
“forma”. Esemplificativo in questo senso è il comportamento di Rodomonte.
Proprio quando la contesa sembra decisa a favore dei cristiani, Rodomonte torna
al campo e accusa Ruggero di essere un traditore, rimettendo tutto in gioco.
Apparentemente sembra un comportamento classico del cavaliere: torna all’ultimo
momento per salvare il suo schieramento.
Ma
perché Rodomonte si fa vivo solo ora? Ruggero aveva tradito da tempo, Agramente
era in crisi da tempo. Doveva mantenere il giuramento fatto in seguito al
tradimento di Doralice di non combattere per 1 anno, 1 mese e 1 giorno. Le faccende private passano sempre davanti
a quelle pubbliche.
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