2 – pazzia di Orlando
Non è il protagonista come sembrerebbe dal titolo. A
parte un breve cenno, la sua storia inizia nell’8° canto. In seguito a un sogno
parte alla ricerca di Angelica. E’ vestito di nero → simbolismo: la sua storia
è un insieme di funerali.
Entra quasi subito nel Castello di Atlante, poi ne esce
casualmente perché passa di lì la vera Angelica. Insieme a lui si gettano
all’inseguimento della donna desiderata anche Ferrau (voleva l’elmo di Orlando)
e Sacripante. Al canto 13 Orlando libera Isabella e la storia si riaggancia al
canto 23. Per 10 canti ORL sparisce. Quando ricompare trova le tracce
dell’unione tra Medoro e Angelica e impazzisce. Per 3 canti è “furioso”. Quando realizza l’amore tra angelica e Medoro si spoglia
dell’armatura. È una metafora: la cavalleria l’ha tradito, ha pagato il conto
con la realtà. Armatura=formalità. Adesso
che Orl è se stesso è un sanguinario proprio nelle terre cristiane che dovrebbe
difendere.
Narrativamente la pazzia di
Orlando cambia il corso degli eventi. Ma cambia anche la psicologia dei
personaggi. Lui simboleggiava la cavalleria; venuto meno il sistema
cavalleresco nessuno sa più cosa fare. Le reazioni a catena della sua pazzia
portano tutte le storie nel caos.
Al canto 39 ricompare rinsavito da Astolfo, pronto a
combattere nella sfida finale 3 contro 3. Nel canto 43 fa l’orazione funebre
all’amico brandimarte: è anche il bilancio della propria vita, un bilancio
negativo. Brandimarte rappresentava la giovinezza, l’amore, l’amicizia e muore
senza finire il saluto. Questo mondo non è per quei valori.
C’è un ultima istantanea di Orlando: la canto 46 o107
aiuta Ruggero a montare a cavallo. Da protagonista è diventato scudiero. Aveva
grandi certezze che si sono frantumate. E’ lo sconfitto del romanzo. MORALE:
nella vita sopravvivono solo gli uomini di poche certezze, che attraverso dubbi
e indecisioni trovano la prontezza di cambiare, di adattarsi alle situazioni.
Chi capisce la realtà! Invece il personaggio di Orlando ha il paraocchi della
cavalleria. Lui si attiene al codice, e fino ad un certo punto la sua forza è
sufficiente a mantenere l’equilibrio. N.B. la morale del romanzo è la stessa
di Machiavelli: sopravvivono i più flessibili.
3 – Ruggero e Bradamante
Quantitativamente sono loro i protagonisti. Si cercano,
si trovano, si perdono. Complica la loro storia il mago di Atlante.
Atlante è quello che ha allevato
Ruggero, legge il futuro e sa che il suo matrimonio con bradamante lo porterà
alla morte. Per questo vuole impedirlo.
Costruisce due castelli:
CASTELLO AVVENERISTICO.
E’ super-confortevole, deve
accogliere Ruggero e fargli dimenticare Bradamante (donne, alcool ecc). La maga
melissa aiuta Bradamante a sconfiggere Atlante: grazie all’anello anti-magia il
castello viene fatto sparire.
CASTELLO DI ATLANTE (psicologico)
Al canto 13 tutti e due entrano
dentro al castello ma non si vedono. Qui la storia si interrompe per un decina
di canti. Astolfo fa sparire il castello e libera tutti.
Quando escono sono cambiati. Se
Orlando impazzisce, Ruggero si “orlandizza”: getta lo scudo magico (come fece
orl con l’archibugio) e giura di attenersi al codice cavalleresco. Lascia
Bradamante a casa a fare la donna, si battezza e si avvia per andare al campo
cristiano. Sulla strada conosce Marfisa che è identica a Bradamante e se ne
innamora. Vanno a Parigi insieme. Bradamante viene a saperlo e riprende
l’armatura. Mentre si scontrano Bradamante e Marfisa Ruggero risolve tutte le
questioni del romanzo e fa vincere il campo cristiano. Una storia di vittorie.
Storia di Orl e storia di Rug sono
rigorosamente separate si incrociano solamente nell’istantanea finale. Che
senso ha? Sono due facce della stessa storia. Quando ruggero cresce e diventa
adulto si orlandizza.
C’è una analogia anche con
Bradamante. Quando lascia la vita da casalinga e riprende l’armatura per
cercare Ruggero a zonzo con Marfisa, si veste di verde scuro e il linguaggio
delle ottave assomiglia a quello di Orlando quando parte alla ricerca di
Angelica; lo stesso parallelismo lo ritroviamo tra l’Orl che impazzisce e
Bradamante che viene a sapere di Marfisa.
Orl C23 o129
Bra C32 o35
“volontà maniacale di
parallelismo”. È una aggiunta del ’32.
Alla fine Ruggero prende il posto
di Orlando come cavaliere di riferimento, ma è una cavalleria diversa. Il
favoloso ha lasciato il posto al realistico. Rodomonte è a terra ed è
sconfitto. Ruggero ha il tempo di riflettere prima di sferrare il colpo
mortale. Non concede la grazia (codice cavalleresco). Lo uccide piantadogli la
spada in faccia. La cavalleria è finita.
Nell’Orlando Furioso il personaggio di ASTOLFO
incarna l’aspetto dissacratorio del poema. Lui è la “voce smitizzante del mondo
cavalleresco, è sempre pronto a ridicolizzare i cavalieri. Il suo modo di
essere cavaliere è “non omologato”; a lui gli interessa l’effetto, il risultato. E’ l’unico “diverso” dei personaggi. Lui NON
AMA Compare nell’isola di Alcina dove ci è giunto attratto dalla curiosità. E’
liberato dalla maga melissa insieme a Ruggero. “Nasce” dalla storia tra Ruggero
e Bradamante (III linea narrativa). Da lì va in Oriente. Dove vive avventure
strabilianti: giganti, mostri, giostre…storie all’insegna del divertimento,
della curiosità, della libertà. Quando torna in Occidente sciglie i nodi che
avevano legato le storie. Fa sparire il castello di Atlante, va nell’inferno,
poi in paradiso, poi sulla luna a riprendere il senno di orlando. (seconda
linea narrativa).
Infine recluta soldati in africa permettendo la vittoria di
Carlo (I linea narrativa). Entra a Parigi da trionfatore e dà libertà
all’ippogrifo. Grandi festeggiamenti. E’ il personaggio meno reale, quello più
utopistico: il più “leggero” ma il più efficace e concreto.
ANGELICA Compare al primo canto è l’oggetto
del desiderio più che personaggio autnomo. È causa delle azioni degli altri –
p.e. quando passa davanti al castello di atlante liberando consapevolmente chi
era innamorato di lei per avere una guardia del corpo da raggirare - . Per Ariosto
sono importanti gli effetti non le cause e così sparisce presto dal
romanzo. Per lei gli uomini vanno usati o presi in giro. Fa sempre un doppio
gioco, con Sacripante, con Rinaldo ecc.
Angelica ha dei valori opposti a
quelli di Orlando. È razionale e utilitaristica; non segue convenzioni, si
interessa agli effetti. Orlando invece si attiene alle convenzioni, è incapace
di comprendere la realtà.
Quando realizza l’amore tra angelica e Medoro si spoglia
dell’armatura. È una metafora: la cavalleria l’ha tradito, ha pagato il conto
con la realtà.