lunedì 18 maggio 2009

La conquista dell'America

Perché le civiltà precolombiane furono sterminate?
Come fecero poche centinaia di soldati spagnoli a sottomettere milioni di indios?
Perché il fallimento di quell'incontro è fondante della nostra attuale civiltà?


http://www.youtube.com/watch?v=8pNAZES-J80

SE COLOMBO AVESSE TROVATO LE INDIE… 


Era il 12 ottobre 1492 quando Colombo dopo mesi di navigazione sbarcò sull'isola che battezzò poi con il nome di San Salvador, le odierne Bahamas. Convinto di aver raggiunto le coste orientali dell'Asia, conosciute con il nome di Indie, chiamò i primi isolani che incontrò "Indios"

Il primo popolo che il navigatore italo-spagnolo incontrò fu quello dei Lucano, un sottogruppo degli Arawak presente nelle Bahamas. I circa 30000 abitanti che componevano questo "popolo affettuoso, privo di avidità e duttile" come Colombo lo descrive in una lettera del Natale del 1492, vivevano di pesca e agricoltura e come buona parte delle popolazioni indigene erano gente pacifica. 
L'Europeo descrisse gli indigeni con lo sguardo dell'occidentale borghese convinto della necessità di darsi un ordinamento politico e di difendersi per mantenere la pace. Si stupì perciò del fatto che gli Indios non avessero un sistema politico, non conoscessero la proprietà privata e non avessero armi, visto che fino all'arrivo degli stranieri, non avevano bisogno di difendersi da nessuno. La terra che non apparteneva a nessuno fu per Colombo terra di conquista, su cui rivendicare un diritto di proprietà. 
Così come Robinson Crusoe con il selvaggio che battezzò con il nome di Venerdì, anche Colombo assunse nei confronti degli indigeni l'atteggiamento del conquistatore che ad esempio non si pose nemmeno il problema di imparare la lingua locale, ma li costrinse ad imparare lo spagnolo. Già nella successiva spedizione compì azioni violente e uccisioni di alcuni indigeni che si rifiutavano di lavorare il cotone per gli spagnoli e tali furono le violenze e i soprusi perpetrati, che il primo Conquistador subì addirittura una condanna per malgoverno, giustizia negata e avidità. Nonostante il successivo perdono, tali accuse mostrano chiaramente l'atteggiamento che Colombo e i successivi conquistatores spagnoli ebbero nei confronti delle popolazioni indigene delle Americhe. 
Pochi anni più tardi una
 Legge Reale ordinò ai conquistadores di leggere agli Indios una dichiarazione di sottomissione alla Corona di Spagna e di fedeltà al Papa. Qualora gli indigeni avessero rifiutato, visto che spesso non comprendevano la lingua, la formula continuava: "Dichiaro che con l'aiuto di Dio, entreremo con tutte le forze nel vostro paese, combatteremo contro di voi in tutti i modi e vi sottometteremo al giogo e all'obbedienza dovuti alla Chiesa e alla Corona. Prenderemo voi e le vostre mogli e vi renderemo schiavi e in quanto tali vi venderemo e disporremo di voi secondo il volere della Corona." L'arrivo di Colombo nelle Americhe fu l'inizio di decenni di massacri, schiavitù, sfruttamento e stermini di intere tribù di Indios, nome detestato oggi da molti delle popolazioni indigene perché legato al passato della dominazione spagnola. 
Ai tempi di Colombo, si stima che fossero circa 30 milioni gli indigeni presenti nella zona compresa tra l'Istmo di Panama e la Terra del fuoco.Nella regione andina vivono ancora oggi i discendenti di queste popolazioni: in Bolivia gli indigeni rappresentano circa il 50% della popolazione divisi in una trentina di gruppi tra cui i Quechuas (2,5 milioni), gli Aymara (2 milioni), i Chiquitano (180.000) e i Guaraní (125.000); mentre in Colombia gli indigeni sono il 2% della popolazione, ma con una varietà etnica, culturale e linguistica grandissima composta da ben 84 diversi gruppi etnici e 64 idiomi. Dopo la Bolivia, il Perù è il paese in cui la popolazione Aymara è maggiormente presente con circa 300.000 persone,insieme al gruppo deiQuechuas. In Chile il maggior gruppo indigeno è composto dai Mapuche che con circa 600.000 membri compongono circa il 6% della popolazione totale insieme ad altri gruppi più piccoli tra cui anche gli Aymara. Comune a tutte queste popolazioni indigene è la lotta per la sopravvivenza, per mantenere in vita lingue, identità, usi e tradizioni che rischiano di soccombere ad una politica di assimilazione. 
Con una risoluzione del 23 dicembre 1994, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di celebrare la
 Giornata Internazionale delle popolazioni indigene che si tiene ogni anno il 9 agosto allo scopo di "rafforzare la cooperazione internazionale per la soluzione dei problemi che i popoli indigeni devono affrontare in ambiti quali la cultura, l'educazione, la salute, i diritti umani, l'ambiente e lo sviluppo sociale ed economico." Dopo una prima decade di attività, nel 2004 è iniziata la seconda decade, stabilendo così fino al 2014 la promozione di attività e progetti che mirano alla tutela e alla promozione dei diritti degli indigeni nel mondo. E ancora nell'aprile del 2000, la Commissione per i Diritti Umani ha deciso la creazione di un Forum Permanente delle Nazioni Unite su tematiche legate agli indigeni.
Ripercorrendo le vicende che dallo sbarco di quella nave nel 1492 hanno determinato la storia di intere popolazioni, viene da chiedersi come sarebbe stato il loro destino se Colombo avesse realmente raggiunto le Indie.

Da EURAC - Accademia Europea di Bolzano, Centro di ricerca e formazione.

 

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