venerdì 29 maggio 2009

Repubblica di Firenze Slides A

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Repubblica di Firenze Slides B

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Il Rinascimento

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Storia della Repubblica di Firenze

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lunedì 18 maggio 2009

La conquista dell'America

Perché le civiltà precolombiane furono sterminate?
Come fecero poche centinaia di soldati spagnoli a sottomettere milioni di indios?
Perché il fallimento di quell'incontro è fondante della nostra attuale civiltà?


http://www.youtube.com/watch?v=8pNAZES-J80

SE COLOMBO AVESSE TROVATO LE INDIE… 


Era il 12 ottobre 1492 quando Colombo dopo mesi di navigazione sbarcò sull'isola che battezzò poi con il nome di San Salvador, le odierne Bahamas. Convinto di aver raggiunto le coste orientali dell'Asia, conosciute con il nome di Indie, chiamò i primi isolani che incontrò "Indios"

Il primo popolo che il navigatore italo-spagnolo incontrò fu quello dei Lucano, un sottogruppo degli Arawak presente nelle Bahamas. I circa 30000 abitanti che componevano questo "popolo affettuoso, privo di avidità e duttile" come Colombo lo descrive in una lettera del Natale del 1492, vivevano di pesca e agricoltura e come buona parte delle popolazioni indigene erano gente pacifica. 
L'Europeo descrisse gli indigeni con lo sguardo dell'occidentale borghese convinto della necessità di darsi un ordinamento politico e di difendersi per mantenere la pace. Si stupì perciò del fatto che gli Indios non avessero un sistema politico, non conoscessero la proprietà privata e non avessero armi, visto che fino all'arrivo degli stranieri, non avevano bisogno di difendersi da nessuno. La terra che non apparteneva a nessuno fu per Colombo terra di conquista, su cui rivendicare un diritto di proprietà. 
Così come Robinson Crusoe con il selvaggio che battezzò con il nome di Venerdì, anche Colombo assunse nei confronti degli indigeni l'atteggiamento del conquistatore che ad esempio non si pose nemmeno il problema di imparare la lingua locale, ma li costrinse ad imparare lo spagnolo. Già nella successiva spedizione compì azioni violente e uccisioni di alcuni indigeni che si rifiutavano di lavorare il cotone per gli spagnoli e tali furono le violenze e i soprusi perpetrati, che il primo Conquistador subì addirittura una condanna per malgoverno, giustizia negata e avidità. Nonostante il successivo perdono, tali accuse mostrano chiaramente l'atteggiamento che Colombo e i successivi conquistatores spagnoli ebbero nei confronti delle popolazioni indigene delle Americhe. 
Pochi anni più tardi una
 Legge Reale ordinò ai conquistadores di leggere agli Indios una dichiarazione di sottomissione alla Corona di Spagna e di fedeltà al Papa. Qualora gli indigeni avessero rifiutato, visto che spesso non comprendevano la lingua, la formula continuava: "Dichiaro che con l'aiuto di Dio, entreremo con tutte le forze nel vostro paese, combatteremo contro di voi in tutti i modi e vi sottometteremo al giogo e all'obbedienza dovuti alla Chiesa e alla Corona. Prenderemo voi e le vostre mogli e vi renderemo schiavi e in quanto tali vi venderemo e disporremo di voi secondo il volere della Corona." L'arrivo di Colombo nelle Americhe fu l'inizio di decenni di massacri, schiavitù, sfruttamento e stermini di intere tribù di Indios, nome detestato oggi da molti delle popolazioni indigene perché legato al passato della dominazione spagnola. 
Ai tempi di Colombo, si stima che fossero circa 30 milioni gli indigeni presenti nella zona compresa tra l'Istmo di Panama e la Terra del fuoco.Nella regione andina vivono ancora oggi i discendenti di queste popolazioni: in Bolivia gli indigeni rappresentano circa il 50% della popolazione divisi in una trentina di gruppi tra cui i Quechuas (2,5 milioni), gli Aymara (2 milioni), i Chiquitano (180.000) e i Guaraní (125.000); mentre in Colombia gli indigeni sono il 2% della popolazione, ma con una varietà etnica, culturale e linguistica grandissima composta da ben 84 diversi gruppi etnici e 64 idiomi. Dopo la Bolivia, il Perù è il paese in cui la popolazione Aymara è maggiormente presente con circa 300.000 persone,insieme al gruppo deiQuechuas. In Chile il maggior gruppo indigeno è composto dai Mapuche che con circa 600.000 membri compongono circa il 6% della popolazione totale insieme ad altri gruppi più piccoli tra cui anche gli Aymara. Comune a tutte queste popolazioni indigene è la lotta per la sopravvivenza, per mantenere in vita lingue, identità, usi e tradizioni che rischiano di soccombere ad una politica di assimilazione. 
Con una risoluzione del 23 dicembre 1994, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di celebrare la
 Giornata Internazionale delle popolazioni indigene che si tiene ogni anno il 9 agosto allo scopo di "rafforzare la cooperazione internazionale per la soluzione dei problemi che i popoli indigeni devono affrontare in ambiti quali la cultura, l'educazione, la salute, i diritti umani, l'ambiente e lo sviluppo sociale ed economico." Dopo una prima decade di attività, nel 2004 è iniziata la seconda decade, stabilendo così fino al 2014 la promozione di attività e progetti che mirano alla tutela e alla promozione dei diritti degli indigeni nel mondo. E ancora nell'aprile del 2000, la Commissione per i Diritti Umani ha deciso la creazione di un Forum Permanente delle Nazioni Unite su tematiche legate agli indigeni.
Ripercorrendo le vicende che dallo sbarco di quella nave nel 1492 hanno determinato la storia di intere popolazioni, viene da chiedersi come sarebbe stato il loro destino se Colombo avesse realmente raggiunto le Indie.

Da EURAC - Accademia Europea di Bolzano, Centro di ricerca e formazione.

 

venerdì 15 maggio 2009

Guida all'esame di maturità

Nella prima prova dell'esame di maturità si può scegliere tra 4 diversi tipi di prova scritta:

1- Analisi e commento di un testo letterario o non letterario, con le indicazioni sul modo di procedere.
2- Saggio breve o articolo di giornale.
3- Tema storico su un argomento del programma svolto nell’ultimo anno di corso.
4- Tema di attualità.

1- Analisi del testo e commento letterario
Per sviluppare al meglio questa prova è necessario applicare le capacità critiche che si sono acquisite nel corso degli studi. Lo studente potrà svolgere un'ottima prova anche se l'autore o il testo non gli sono molto noti, purchè si lasci guidare dalla sua conoscenza del contesto in cui nasce il testo da analizzare e commentare, e segua attentamente le indicazioni della traccia. Le domande del questionario aiuteranno lo studente nella comprensione del testo e lo orienteranno nell'interpretazione d'insieme e nella contestualizzazione.

La Commissione in questa prova valuterà:
- le conoscenze relative al testo proposto e al quadro di riferimento; 
- lo sviluppo critico dell’argomentazione; 
- la correttezza e la proprietà linguistica; 
- l’organicità e la coerenza del discorso; 
- la capacità di dare giudizi motivati e personali.

2 - Il saggio breve
Il saggio breve è un testo argomentativo basato sull’intento di "dimostrare" una determinata tesi (un’idea-forza) mentre il tema tradizionale è un testo espositivo, in cui i contenuti non sono necessariamente strutturati per un certo obiettivo, ma semplicemente esposti, secondo un criterio personale e senza alcun riferimento ad un lettore implicito diverso dal docente o da una eventuale commissione. Le principali differenze tra saggio breve e tema tradizionale sono le seguenti:
cambia l’impostazione traccia-contenuto. Non ci troviamo più di fronte ad una traccia a tesi che richiede una riflessione su un dato argomento che ci guida anche nell’esposizione e provvista a priori di una certa mentalità, ma un soggetto da cui è necessario, a seconda della tesi che si vuole dimostrare, "estrarre" la traccia. Ovviamente si tratta di un’operazione preliminare; perché una dimostrazione sia convincente, è necessario che si appoggi su una serie di prove. Nell’ultimo esame di stato sono state fornite ai candidati delle pezze d’appoggio per ciascun "ambito" (artistico-letterario; socio-economico; storico-politico; tecnico-scientifico). In assenza di tali materiali, o in aggiunta ad essi, le prove devono essere tratte dalle proprie conoscenze o esperienze; il saggio breve deve seguire una scaletta. Tale scaletta può essere esplicita (per paragrafi, per punti) oppure implicita. Deve comunque essere possibile per chi legge l’elaborato comprendere immediatamente che si tratta di un saggio breve, quali sono i suoi passaggi, quali sono le sue conclusioni. A tale proposito si suggerisce di adottare uno schema di tipo classico in questo genere di trattazione: presentazione della tesi; svolgimento delle argomentazioni con compendio di materiali informativi; conclusioni; il saggio breve deve rispondere a determinati requisiti. Alcuni di questi sono comuni anche alla tipologia del tema tradizionale: la pertinenza, la coerenza e la conoscenza adeguata dell’argomento. Il requisito peculiare del saggio breve è la funzionalità delle argomentazioni alla dimostrazione della tesi: le prove a cui ci si affida devono essere convincenti e pertinenti; tutto ciò che è superfluo o non funzionale alla tesi da dimostrare è da scartare; il saggio breve, come dice la sua stessa definizione e come si può intuire dal punto precedente, deve essere breve: se la funzionalità è la peculiarità strutturale del saggio breve, la sintesi ne è quella formale. Nel testo del ministero della Pubblica Istruzione si raccomanda di non superare le quattro mezze pagine di foglio protocollo; il saggio breve ha un lettore implicito che deve essere qualificato: rivista specialistica, fascicolo scolastico ecc. Dalla destinazione prescelta dipendono il tipo di linguaggio, il genere di prove che si adducono, il taglio dell’elaborato (più o meno "scientifico"); privilegiando la funzione conativa a scapito di quella emotiva il saggio breve deve comunque avere un taglio "impersonale": non è consentito ricorrere a formule come "secondo me" o a frasi ad effetto e ed è sempre bene attenersi ad un tono distaccato
Lo schema espositivo 1. enunciazione: inquadrare molto brevemente i termini del problema; presentare la tesi da dimostrare e le maggiori problematiche connesse.
2. percorso critico-informativo: in questa fase, che materialmente è il nocciolo dello scritto, la struttura deve essere chiara e le prove evidenti coerentemente con quanto premesso nell’enunciazione. Nell’esposizione si può utilizzare lo schema della "reductio ad absurdum"; affiancare due posizioni contrapposte e criticarle punto per punto lasciando emergere il proprio punto di vista; se il momento informativo è prevalente si può anche limitarsi a esporre i vari argomenti in modo "oggettivo" senza prendere apertamente posizione.
3. conclusione: si conferma brevemente la tesi di partenza. Si può usare una forma di congedo più personale ma senza eccedere perché la funzione persuasiva insita nel modello del saggio breve non è quella di vendere qualcosa.

…o l’articolo di giornale
In quale giornale? Lo studente dovrà dichiarare il tipo di "giornale" (o tutt'al più settimanale) sul quale ipotizza la pubblicazione: "quotidiano di informazione" di carattere nazionale o regionale, giornale specializzato, settimanale ad alta tiratura, pubblicazioni periodiche di associazioni, e non necessariamente con il nome di una testata realmente esistente. in quale settore? Lo studente dovrà anche indicare il settore specifico in cui immagina di collocare il suo articolo: in prima pagina, in pagine di cronaca estera o di cronaca nazionale, dedicate a fatti di politica, di costume, di economia, o nelle sezioni speciali dedicate alla scienza e alla cultura, agli spettacoli, allo sport, alla cronaca cittadina. come scrivere Anche per questo tipo di testo vigono criteri che regolano l'assetto della forma compositiva, sia nella struttura complessiva (abbastanza lineare ed eventualmente suddivisa da titolazioni intermedie e da battute di intervista), sia nel registro linguistico. Questo ultimo dovrà risultare il più possibile coerente con il tipo di destinazione e con le caratteristiche della specifica sede giornalistica in cui il testo è collocato; il titolo Nel caso dell'articolo di giornale (o di periodico) assume maggior rilievo la funzione del titolo: sia per la possibile sua articolazione in più parti, eventualmente caratterizzate anche tipograficamente, sia per la ben nota funzione di forte effetto di orientamento del lettore. altri accorgimenti La produzione di un testo giornalistico comporta un ulteriore accorgimento. Poiché l'argomento può ben essere, in sé, non collegato in via diretta e immediata all'attualità, e poiché, d'altra parte, la sua trattazione in forma di articolo giornalistico si giustifica solo sulla base di una sua "attualità", è necessario trovare in tali casi un riferimento (immaginario o abbastanza realistico) a circostanze vicine nel tempo (una ricorrenza, una scoperta, una mostra e simili) che rendano verosimile la trattazione giornalistica di quell'argomento per rivolgersi a un pubblico di lettori contemporanei.

Per saggio, articolo e tema la Commissione valuterà:
- la qualità con cui sono state selezionate le informazioni; 
- la ricchezza delle conoscenze; - lo sviluppo critico dell’argomentazione; 
- la corretta proprietà linguistica; - l’organicità e la coerenza del discorso; 
- la capacità di dare giudizi motivati e personali

3 e 4 - Il tema
Sia il tema storico che quello di attualità chiedono allo studente di sviluppare un ragionamento. Questo dovrà quindi fare riferimento al bagaglio informativo attendibile e qualificato acquisito a scuola attingendo anche alle sue curiosità ed agli interessi extrascolastici. Per questa prova non viene indicata l'estensione e quindi lo studente potrà muoversi liberamente, stando però attento ad evitare inutili eccessi.

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