sabato 14 febbraio 2009

2. Storia della Repubblica di Firenze


Ricostruzione Firenze di fine Duecento, con la nuova cinta muraria del 1175 e le numerosi case-torri di oltre 70 metri

(breve riepilogo)
Il cuore della storia di Firenze sono gli anni compresi tra il 1250 e il 1530. In particolare il XIV secolo, noto nei manuali scolastici come il secolo della crisi. Fino al 1115 Firenze era governata da Marchese di Tuscia; una unità amministrativa creata dall’impero carolingio. L’ultimo Marchese in realtà era una marchesa, Matilde di Canossa nota anche per il ruolo di mediatrice nella disputa tra il Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV. Morta Matilde di Canossa, in quegli anni morì anche l’imperatore Enrico IV, non furono subito sostituiti e si creò un vuoto di potere. Questo succede nel 1115-1125. Firenze, diventata autonoma, iniziò a conquistare le aree a lei circostanti, come ad esempio Fiesole; quando sconfiggeva un Signore l’obbligava a vivere nelle torri dentro alla città.

Lezione 2 (12.02.09) - La città delle torri
La popolazione era in continua crescita – si crearono i borghi a ridosso delle porte cittadine – così diventò indispensabile costruire una nuova cinta muraria.
Nel 1175 si costruì la cinta muraria nella parte nord, mentre la zona Oltrarno fu inglobata dopo il 1200; inoltre si iniziarono a costruire altri ponti, in particolare Ponte alle Grazie (all’epoca ponte di Rubaconte), ponte Santa Trinità e ponte alla Carraia. Fino a quel periodo c’era stato solo Ponte Vecchio.

La città delle case-torri
Le torri venivano costruite dalle famiglie nobili. Queste avevano il controllo politico della città: il potere era esercitato da un consiglio composto da esponenti delle famiglie più importanti, il quale nominava 2 consoli. Ma queste famiglie erano sempre in conflitto tra sé, e usavano le torri per farsi la guerra.
Fino al ‘200 non abbiamo molte notizie. Le notizie sono più dettagliate a partire dal 1215, quando i gruppi di famiglie appartenevano a 2 fazioni: guelfi e ghibellini.
Principali famiglie ghibelline: Uberti, Lamberti, Amidei.
Principali famiglie guelfe: Pazzi, Buondelmonti, Donati .
Durante un banchetto si creò uno scontro tra la famiglia dei Buondelmonti e degli Amidei. Per “fare pace” organizzarono un matrimonio tra due appartenenti a fazioni rivali. Ma lo sposo – Buondelmonte Buondelmonti - fece saltare tutto accordandosi con i Donati per sposare una fanciulla della sua fazione (guelfi). I ghibellini si offesero a tal punto che uccisero il promesso sposo guelfo, proprio il giorno del suo matrimonio, ai piedi della statua del dio pagano marte, situata in ponte vecchio.
Da quel momento la battaglia politica per il controllo del governo cittadino si fece molto violenta. Nel periodo degli scontri, la fazione che prevaleva, iniziava a buttare giù torri e case degli avversari.
In una prima fase prevalsero i guelfi, mentre negli anni quaranta – grazie alla forza dell’imperatore Federico II – prevalsero i ghibellini. Fu proprio uno dei figli di Federico a diventare Podestà a Firenze (la massima carica; non c’erano più i consoli) nel 1246. I ghibellini cacciarono i guelfi, i quali con l’aiuto del Papa organizzarono un esercito per combattere contro l’esercito delle famiglie ghibelline. A FIgline nel 1250 prevalsero i guelfi.
In realtà entrambe le fazioni risultarono indebolite da questi scontri. Così mentre le famiglie nobili si combattevano, prendevano il controllo dei consigli comunali i rappresentanti delle Arti, le corporazioni che si erano arricchite con il lavoro artigianale e il commercio.
Nel 1250, a seguito della battaglia di Figline, dove vinsero i guelfi, a Firenze presero potere le Arti.
Istituirono il governo detto “del popolo minuto” , che allargò moltissimo la base elettorale e cambiò anche i sistema di rappresentanza. Ma soprattutto favorirono la crescita economica della città.
Cosa fece il governo di “primo popolo”?
a. Le torri dei ghibellini vennero rase al suolo, quelle dei guelfi tagliate a metà; Firenze ora favoriva un sistema basato sull’investimento del capitale, e quindi sul commercio, non più le famiglie.
b. Firenze creò una nuova moneta: il Fiorino, che a quell’ epoca aveva un valore incredibile, tanto che alcune persone non riuscivano mai a vederlo (l’affitta annuale di una bella casa per esempio era di 25 fiorini).
c. Furono fatti investimenti per favorire le attività manifatturiere: Firenze divenne famosa e ricca, grazie a l’Arte della lana, ovvero produceva tessuti, panni, vestiti e li vendeva all’estero.
Il Fiorino aumentava sempre di valore, come oggi può essere il dollaro o l’euro. Il valore della moneta è un fattore chiave per determinare la ricchezza o meno di uno stato; infatti per aumentare la ricchezza di un posto bisogna scambiare le monete, se le tue valgono di più c’è un guadagno maggiore. Nel Medioevo la condizione era ancora più favorevole perché ogni città o Signoria ne coniava una diversa, generalmente di scarso valore. Il Fiorino invece aveva un valore sicuro (era l’unica moneta d’oro in Europa) e diventò la moneta di riferimento da Londra a Costantinopoli. Naturalmente con guadagni enormi per i banchieri fiorentini che li prestavano a interessi altissimi.
Le Arti, così arricchite, cominciarono a finanziare opere pubbliche per la città. La prima fu il Bargello (1255), che doveva essere il palazzo pubblico della città.

Appunti di Chiara Montanaro

Nessun commento: