domenica 29 novembre 2015

Inferno - Canti XIV-XXXIV


"Ormai mi trovavo, e lo scrivo con paura nei miei versi, nella zona dove le anime erano del tutto sepolte nel ghiaccio, e trasparivano come pagliuzze nel vetro."

Dopo la selva dei suicidi i poeti trovano una landa di sabbia rovente battuta da pioggia infuocata. Lì sotto ci sono, nudi, bestemmiatori (violenti contro dio), sodomiti (violenti contro natura) e usurai (violenti contro l’arte). Tra i sodomiti Dante riconosce il suo precettore Brunetto Latini. NB non c’è condanna morale da parte di Dante, solo sconforto per quella colpa vergognosa. Altre tre anime gli si fanno vicini; sono tre fiorentini che gli danno l’occasione per fare un’invettiva su Firenze e la sua decadenza.
Per uscire dalla Selva seguono l’argine del fiume Flegentonte finché non giungono a una voragine. Qui Virgilio prende la corda che D. aveva legata alla vita e la getta nel vuoto. Dopo poco un mostro mitologico (Gerione) arriva dal basso, si carica sulle spalle i due, e scende fino all’ottavo cerchio.
CERCHIO 8 – fraudolenti.
Ci sono coloro che trassero vantaggi dall’inganno. Lo stesso Gerione – il guardiano – è l’immagine della frode con il volto bonario e il corpo famelico. La zona dell’inferno viene detta mala bolge perché il paesaggio è fatto di fossati, bolge, voragini che portano verso un pozzo largo e profondo. Tra le bolge ci sono dei muri su cui passano varie serie di ponti per collegarli tra sé. In tutto sono 10 bolge, una per tipologia di inganno. D. e V. passano sui ponti e ogni tanto scendono a parlare con i dannati. In breve sintesi ci troviamo:
seduttori – adulatori –simoniaci (chi fece mercato di oggetti sacri) – indovini – barattieri – ipocriti – ladri – consiglieri fraudolenti (Ulisse e Diomede) – seminatori di discordie (Maometto) – falsari.
CERCHIO 9 – traditori
Lasciata al decima bolgia c’è da percorrere un tratto avvolto da nebbia crepuscolare; quindi una grande fossa, fino a giungere al nono cerchio. D. sente il suono lacerante di un corno, poi gli pare di vedere un castello. Ma V. gli spiega che sono giganti, per metà dentro il pozzo centrale. Sono esseri bestiali e stupidi che nulla hanno a che vedere con l’intelligenza umana. Uno di questi aiuta i due a passare il pozzo e ad entrare nell’ultimo cerchio.
CERCHIO 9
Si presenta come un’immensa distesa ghiacciata: è il cocito il lago formato dalle acque dei fiumi infernali e gelato dal freddo prodotto dalle ali di lucifero. Qui ci stanno, più o meno conficcati, i traditori divisi in zone a seconda del tipo di tradimento. Come in vita ebbero un animo tanto duro e freddo da tradire persone a loro legate coi più severi vincoli, ora sono immersi in un durissimo ghiaccio.
a. traditori dei parenti
b. tr. Della patria
c. tr. Degli ospiti
d. tr. Dei benefattori
In quest’ultima parte si vede Lucifero che domina la scena con la sua figura terrorizzante. D. lo descrive con tre facce, una gialla una nera e una verde. Scendevano lacrime e sanguinosa bava. Ad ogni testa corrispondono 2 ali che sbattendo ghiacciano il cocito. Con le bocche maciulla un dannato. Uno è giuda (con le gambe penzoloni dalla bocca) gli altri sono Bruto e Cassio traditori di Cesare.
USCITA DALL’INFERNO
Il viaggio è compiuto. Virgilio dice a Dante di aggrapparsi a lui che si fa scivolare sul gigantesco corpo di Lucifero: giunto all’altezza della coscia (che corrisponde al centro della terra) fa una giravolta e comincia a salire. A un certo punto lascia dante in una grotta dove si vedono solo le gambe di L. Ormai siamo nell’emisfero australe (sud) dove il principe del male precipitò conficcandosi a testa in giù al centro della terra. Da quella caverna parte un corridoio oscuro “la natural burella” che taglia tutto l’emisfero. Dopo una lunga ma rapida salita finalmente Dante e Virgilio tornare “a veder le stelle”. Sono circa le 4 del mattino del 10 aprile.

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