sabato 8 marzo 2014

Il Romanticismo

…Eravamo noi giovani romantici tutti… 1827 – Giuseppe Mazzini


La cultura romantica, che caratterizzò la prima parte dell’Ottocento, fu talmente ampia e talmente varia da rendere problematica qualunque categorizzazione rigida. Verso il 1825 il giornalista liberale Etienne Delécluze confessò di aver “chiacchierato” con il suo circolo letterario “per ben due anni attorno a questo argomento, senza essere mai riuscito a determinare il genere romantico”.

Malgrado questo possiamo individuare alcuni temi ricorrenti che caratterizzano il movimento romantico in tutte le sue espressioni: arte, poesia, letteratura, politica.

La sensibilità romantica si sostituisce e si sovrappone (a seconda dei casi) alla cultura illuminista che aveva stravolto il mondo dell’assolutismo settecentesco.

ILLUMINISMO → esaltazione della ragione umana (razionalità) come elemento per ordinare la realtà e dare la felicità. Importanza dell’azione e della volontà in ambito pubblico (politico) per il progresso dell’umanità.

ROMANTICISMO → priorità alla sensibilità dell’animo individuale e agli impulsi naturali. Anziché azione orientata al cambiamento, l’uomo romantico percepisce un netto contrasto tra l’essenza intima dell’uomo e la realtà a lui esterna.

Con il termine tedesco Sehnsucht si esprime quella sensibilità mista di nostalgia e aspirazione irrisolta, quel tipico rimpianto struggente per il passato che talvolta diviene desiderio di trasformare e trascendere il presente.
Schematicamente possiamo individuare cinque “temi ricorrenti” che caratterizzano il romanticismo:

1) NATURA: concepita (e cantata in poesia) nelle sue forme più pure e selvagge, la sua contemplazione libera lo spirito dalla prigione del mondo materiale per condurlo verso il sublime.
2) AMORE: i caratteri tragici del sentimento amoroso conoscono la sua massima espressione nel movimento romantico. L’amore, come nelle “Ultime lettere di Jacopo Ortis” non è mai privo di drammaticità e non di rado conduce alla tragedia: “è poco prezzo, o mio angelo, la morte per chi ha potuto udir che tu l’ami, e sentirsi scorrere in tutta l’anima la voluttà del tuo bacio, e piangere teco.”
3) SOGNO: è la fuga dalla realtà. E’ l’immaginazione e non l’azione che domina il rapporto tra l’uomo romantico e il mondo.
4) STORIA: i romantici si rivolgono nostalgicamente al passato immaginario (spesso il medioevo) nel quale il mondo era più armonioso e l’individuo meno alienato dalla realtà.
5) MORTE: si crea un’estetica della morte. La morte viene celebrata come l’eroica ribellione contro il destino, il gesto grandioso che esalta la fedeltà alle proprie convinzioni; la via di fuga spesso realizzata attraverso un violento autosacrificio. La vita per l’ideale, è la concezione profondamente romantica che affascinò migliaia di giovani nel primo ottocento (e anche dopo).

Johann Wolgang von GOETHE
Percy Bysshe SHELLEY
George Gordon BYRON
Ugo FOSCOLO
Alessandro MANZONI