sabato 28 febbraio 2009

4. Storia della Repubblica di Firenze

Il ponte vecchio ricostruito nel 1345

Lezione 4 - dall'apogeo alla crisi (26.02.09)

Con il "colpo di stato" del 1301 i guelfi neri prendono il sopravvento, cacciando i principali esponenti della fazione bianca. Tra questi c'era anche Dante Alighieri, sfortunatamente Priore (la massima carica politica della città) proprio in quel periodo. Dante fu accusato di peculato - cioè di essersi appropriato di soldi pubblici - e condannato a pagare una forte multa. Essendosi rifiutato di ammettere la colpa, nel 1302 è condannato a morte in contumacia: praticamente obbligato all'esilio. Dante collaborerà inizialmente con i fuoriusciti bianchi e ghibellini, ma poi si rassegna alla situazione. Inserendo però il rancore per le vicende politiche nel suo capolavoro in costruzione: la Divina Commedia.
Scrive Franco Cardini: "Era quella (di inizio '300) la città maledetta da Dante: la città della "gente nova" e dei "sùbiti guadagni", governata dall'ira, dall'invidia e dall'avarizia. La Firenze del lusso sfrenato e delle impudiche donne imbellettate e scollate."

Firenze intanto continua la sua crescita economica e le sue discordie cittadine. Nel 1325 un tentativo di conquistare la ricca città di Lucca porta alla cocente sconfitta di Altopascio.
La crisi politica che seguì ripropose un'idea che si era già affacciata qualche anno prima: individuare "l'uomo forte" a cui affidare la città. Una tentazione che ritorna spesso nei momenti di crisi (non solo in tempi passati!). Il curriculum giusto era quello del figlio del re di Napoli, Carlo di Calabria: viene fatto Signore di Firenze per dieci anni. Ma l'anno successivo morì improvvisamente, ponendo fine all'esperimento.
Nel 1333 abbiamo la terribile alluvione che si porta via il Ponte vecchio con la "statua scema" del dio pagano Marte. 
Poi dal 1341 iniziano i fallimenti bancari. Perché?
Le compagnie fiorentine avevano prestato capitali a vari re e principi europei, tra cui Edoardo III re d'Inghilterra. Quando iniziò la guerra dei cento anni tra Inghilterra e Francia (1) la corona inglese si dichiarò insolvente, seguita da altri debitori. Semplicemente non restituirono i soldi che si erano fatti prestare. 
I primi a fallire furono i Bardi e i Peruzzi. A distanza di pochi anni li seguirono le compagnie degli Acciaioli, dei Bonaccorsi, dei Frescobaldi, dei Mozzi e altri. Le grandi famiglie si riciclarono trasferendosi nei castelli e nei possedimenti di campagna, mentre i cittadini fiorentini che avevano investito nelle compagnie furono completamente rovinati.
Ancora una volta per uscire dalla crisi fu giocata la carta dell'uomo forte. Stavolta la scelta cadde su Gualtiero di Brenne Duca d'Atene, un avventuriero francese celebre per alcune imprese in Oriente e noto a Firenze in quanto era il Vice del Duca di Calabria. Il Duca si diede ad atteggiamenti principeschi e cercò di contrastare il potere delle Arti con una politica "populista", cioè cercando il consenso nei ceti più bassi facendo leva soprattutto su celebrazioni fastose e promesse appariscenti (p.e. obbligo per le famiglie ricche di prestare i soldi al Comune). Le corporazioni si stancarono di questi atteggiamenti e pochi mesi dopo lo cacciarono. Siamo nell'estate del 1343.
La riforma elettorale del 1344 è così complicata da rendere impossibile per una sola persona dichiararsi Signore della città (quello che stava avvenendo a tutte le altre grandi città italiane). Resta comunque molto ristretto il corpo elettorale: 5/6000 uomini su un totale di 100.000 abitanti. Erano esclusi sia i lavoratori semplici, sia i ricchi magnati inseriti nella lista dei non eleggibili.

Nel 1348 arrivò la peste. La popolazione dimezzò, in parte perché morì un numero impressionante di persone, in parte perché emigrarono verso la campagna.
(1) La guerra dei cento anni scoppiò a causa di un contenzioso dinastico tra i regnanti di Francia e Inghilterra. Molti feudi in terra francese dovevano fedeltà al re inglese. Gli scontri - pur con molte pause - durarono complessivamente dal 1335 al 1453 e si conclusero con la vittoria del regno di Francia, che ottenne così il controllo su tutti i feudi coincidenti, più o meno, con l'odierno stato francese.


sabato 21 febbraio 2009

3. Storia della Repubblica di Firenze

Il giglio guelfo, definitivamente simbolo della città

Lezione 3 (20.02.09) - L'Arte e la Parte

La popolazione era in continua crescita – si crearono i borghi a ridosso delle porte cittadine – così diventò indispensabile costruire una nuova cinta muraria.Lo scontro tra Guelfi e Ghibellini non cessò nel 1250 e non era ristretto a Firenze, ma riguardava tutta l’Italia.[1]

Le battaglie importanti tra le due fazioni sono quelle di Montaperti nel 1260, in cui vinsero i Ghibellini senesi contro i Guelfi fiorentini, e la battaglia di Campaldino del 1289, i cui vincitori furono i Guelfi di Firenze contro i Ghibellini di Arezzo. Nella battaglia di Campaldino partecipò Dante. Fu così che il giglio guelfo diventò il giglio di Firenze: rosso in campo bianco.

Da quel momento Firenze diventò alleata del Papa; il governo cittadino passò definitivamente alle Arti e all’unico partito rimasto, la parte Guelfa; chi non era Guelfo veniva cacciato dalla città. Il potere a Firenze era esercitato in due sedi fondamentali: Il Palazzo dell’Arte della Lana e il Palazzo di Parte Guelfa. Ma dal punto di vista formale esisteva un procedimento molto complesso per decidere chi comandava. C’era un governo detto Signoria (composto da otto Priori e un gonfaloniere + 12 Buonomini + 16 gonfalonieri minori) che faceva anche le leggi (dette provvisioni). Poi due assemblee (Consiglio del Popolo e Comune) che dovevano approvare le leggi, più tutta una serie di magistrature anch’esse nominate o elette. Il ruolo più importante era il priore, che risiedeva al Palazzo della Signoria, e restava in carica per due/sei mesi. Anche le altre cariche politiche duravano pochi mesi. Questo significa che c’era un ricambio continuo dei dirigenti.

Come poteva esserci una continuità politica ?

La continuità era garantita prima di tutto dalla linea dettata dai poteri informali (Arte e Parte) e poi da una struttura di funzionari comunali che gestivano in concreto l’amministrazione della città senza alternarsi come i rappresentanti politici. In sostanza i Priori seguivano le istruzioni delle Arti e della parte Guelfa.

La questione era tutta concentrata nel sistema elettorale. Sulla base di una pre-selezione esercitata dalle Arti e dalla Parte Guelfa i nomi dei candidati erano “imborsati” ed estratti a sorte. Nel 1295 ci fu una importante novità: gli ordinamenti di giustizia.

Le corporazioni non riuscivano a controllare la vita politica fiorentina perché le famiglie Guelfe, secondo loro, inquinavano la vita politica in quanto erano troppo ricche e importanti e diventava difficile far valere i propri interessi. Gli ordinamenti di giustizia stabiliscono il principio dell’esclusione dei magnati, cioè dei cittadini ricchi e potenti, dagli elenchi elettorali.

A Firenze si istituì il principio che chi era ricco e potente non potesse ricoprire cariche pubbliche.

Chi era magnate? Non solo le antiche famiglie “cavalleresche” ma tutte quelle che venivano dichiarate in grado di mettere a repentaglio i diritti e la libertà del popolo a causa del loro potere.

Ma neanche queste novità mettono fine alla contesa tra fazioni cittadine. A fine ‘200 la Parte Guelfa si divise in due: Guelfi Bianchi e Guelfi Neri, rispettivamente guidati dalla famiglia dei Cerchi e quella dei Donati. I Bianchi erano fautori di una politica di compromesso con i ghibellini e di indipendenza dalla Curia papale, i Neri viceversa sostenevano un’alleanza con il Papa.

Dopo un breve predominio della parte Bianca, i Neri riuscirono, con un colpo di mano, a sottomettere i Bianchi e a confiscarne i beni. Siamo nel 1302 ed è il celebre episodio che coinvolse Dante Alighieri, sfortunatamente Priore proprio in quei giorni.

La nuova e più stretta alleanza con il Papa non significò sottomissione. Anzi. Firenze sfruttò la posizione politica per ottenere favori e privilegi: monopolizzò il sistema bancario dell’intero regno di Napoli e divenne il referente principale per la riscossione delle tasse pontificie in tutta la cristianità (tutti i cristiani dovevano pagare una “decima” alla Chiesa). In più, agganciò questi affari con la produzione manifatturiera di alta qualità creando un sistema molto efficace per moltiplicare i guadagni. Questo spiega la grande crescita dell’economia fiorentina del tempo.

La grande ricchezza accumulata nelle casse delle Arti venne utilizzata (in parte) per realizzare opere pubbliche, sia civili che religiose, tra la fine del ‘200 e l’inizio del ‘400.

Nuova cinta muraria 1282-1333

Nuovo campanile della Badia Fiorentina (1310)

Cattedrale di Santa Maria del Fiore (1296-1436)

Campanile in p.za S.Giovanni (1334)

Porte del Battistero

Cupola della cattedrale

Palazzo Signoria (1299-1313)

Piazza Signoria

Loggia di piazza Signoria (poi detta dei Lanzi)

Ricostruzione del ponte vecchio attuale (1345)

Chiesa di Orsanmichele

Ospedale degli innocenti (1419-1436)

Completamento chiese ordini mendicanti:

Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito, S.M. del Carmine, San Marco.

Tutto questo non è stato fatto dai Medici, ma con i soldi delle Arti.

La cinta muraria si estese ulteriormente, in quanto Firenze aveva aumentato di molto la popolazione – ormai superiore a 100.000 abitanti - dall’ultima volta in cui questa aveva subito modifiche.

Nel 1333, un’alluvione buttò giù il Ponte Vecchio e la statua di Marte, che era lì dai tempi dei longobardi e veniva considerata quasi un amuleto per la città. Il fatto curioso è che Firenze, da quel momento, ebbe molta meno fortuna. Infatti tra il 1342 e il 1348 falliscono tutti i grandi banchieri della città, rovinando migliaia di fiorentini e, nel 1348, sopraggiunse la peste che dimezzò la popolazione.

Appunti di Mary Vittoria Dari



[1] Il successore di Federico II tornò in Germania. Il regno passò a Manfredi che promosse una aggressiva politica antipapale. Tra gli obiettivi ci sarà riprendere Firenze. Così armò Siena in funzione antifiorentina per sfidare l’esercito guelfo nel 1960 s Montaperti.

sabato 14 febbraio 2009

2. Storia della Repubblica di Firenze


Ricostruzione Firenze di fine Duecento, con la nuova cinta muraria del 1175 e le numerosi case-torri di oltre 70 metri

(breve riepilogo)
Il cuore della storia di Firenze sono gli anni compresi tra il 1250 e il 1530. In particolare il XIV secolo, noto nei manuali scolastici come il secolo della crisi. Fino al 1115 Firenze era governata da Marchese di Tuscia; una unità amministrativa creata dall’impero carolingio. L’ultimo Marchese in realtà era una marchesa, Matilde di Canossa nota anche per il ruolo di mediatrice nella disputa tra il Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV. Morta Matilde di Canossa, in quegli anni morì anche l’imperatore Enrico IV, non furono subito sostituiti e si creò un vuoto di potere. Questo succede nel 1115-1125. Firenze, diventata autonoma, iniziò a conquistare le aree a lei circostanti, come ad esempio Fiesole; quando sconfiggeva un Signore l’obbligava a vivere nelle torri dentro alla città.

Lezione 2 (12.02.09) - La città delle torri
La popolazione era in continua crescita – si crearono i borghi a ridosso delle porte cittadine – così diventò indispensabile costruire una nuova cinta muraria.
Nel 1175 si costruì la cinta muraria nella parte nord, mentre la zona Oltrarno fu inglobata dopo il 1200; inoltre si iniziarono a costruire altri ponti, in particolare Ponte alle Grazie (all’epoca ponte di Rubaconte), ponte Santa Trinità e ponte alla Carraia. Fino a quel periodo c’era stato solo Ponte Vecchio.

La città delle case-torri
Le torri venivano costruite dalle famiglie nobili. Queste avevano il controllo politico della città: il potere era esercitato da un consiglio composto da esponenti delle famiglie più importanti, il quale nominava 2 consoli. Ma queste famiglie erano sempre in conflitto tra sé, e usavano le torri per farsi la guerra.
Fino al ‘200 non abbiamo molte notizie. Le notizie sono più dettagliate a partire dal 1215, quando i gruppi di famiglie appartenevano a 2 fazioni: guelfi e ghibellini.
Principali famiglie ghibelline: Uberti, Lamberti, Amidei.
Principali famiglie guelfe: Pazzi, Buondelmonti, Donati .
Durante un banchetto si creò uno scontro tra la famiglia dei Buondelmonti e degli Amidei. Per “fare pace” organizzarono un matrimonio tra due appartenenti a fazioni rivali. Ma lo sposo – Buondelmonte Buondelmonti - fece saltare tutto accordandosi con i Donati per sposare una fanciulla della sua fazione (guelfi). I ghibellini si offesero a tal punto che uccisero il promesso sposo guelfo, proprio il giorno del suo matrimonio, ai piedi della statua del dio pagano marte, situata in ponte vecchio.
Da quel momento la battaglia politica per il controllo del governo cittadino si fece molto violenta. Nel periodo degli scontri, la fazione che prevaleva, iniziava a buttare giù torri e case degli avversari.
In una prima fase prevalsero i guelfi, mentre negli anni quaranta – grazie alla forza dell’imperatore Federico II – prevalsero i ghibellini. Fu proprio uno dei figli di Federico a diventare Podestà a Firenze (la massima carica; non c’erano più i consoli) nel 1246. I ghibellini cacciarono i guelfi, i quali con l’aiuto del Papa organizzarono un esercito per combattere contro l’esercito delle famiglie ghibelline. A FIgline nel 1250 prevalsero i guelfi.
In realtà entrambe le fazioni risultarono indebolite da questi scontri. Così mentre le famiglie nobili si combattevano, prendevano il controllo dei consigli comunali i rappresentanti delle Arti, le corporazioni che si erano arricchite con il lavoro artigianale e il commercio.
Nel 1250, a seguito della battaglia di Figline, dove vinsero i guelfi, a Firenze presero potere le Arti.
Istituirono il governo detto “del popolo minuto” , che allargò moltissimo la base elettorale e cambiò anche i sistema di rappresentanza. Ma soprattutto favorirono la crescita economica della città.
Cosa fece il governo di “primo popolo”?
a. Le torri dei ghibellini vennero rase al suolo, quelle dei guelfi tagliate a metà; Firenze ora favoriva un sistema basato sull’investimento del capitale, e quindi sul commercio, non più le famiglie.
b. Firenze creò una nuova moneta: il Fiorino, che a quell’ epoca aveva un valore incredibile, tanto che alcune persone non riuscivano mai a vederlo (l’affitta annuale di una bella casa per esempio era di 25 fiorini).
c. Furono fatti investimenti per favorire le attività manifatturiere: Firenze divenne famosa e ricca, grazie a l’Arte della lana, ovvero produceva tessuti, panni, vestiti e li vendeva all’estero.
Il Fiorino aumentava sempre di valore, come oggi può essere il dollaro o l’euro. Il valore della moneta è un fattore chiave per determinare la ricchezza o meno di uno stato; infatti per aumentare la ricchezza di un posto bisogna scambiare le monete, se le tue valgono di più c’è un guadagno maggiore. Nel Medioevo la condizione era ancora più favorevole perché ogni città o Signoria ne coniava una diversa, generalmente di scarso valore. Il Fiorino invece aveva un valore sicuro (era l’unica moneta d’oro in Europa) e diventò la moneta di riferimento da Londra a Costantinopoli. Naturalmente con guadagni enormi per i banchieri fiorentini che li prestavano a interessi altissimi.
Le Arti, così arricchite, cominciarono a finanziare opere pubbliche per la città. La prima fu il Bargello (1255), che doveva essere il palazzo pubblico della città.

Appunti di Chiara Montanaro

domenica 8 febbraio 2009

1. Storia della Repubblica di Firenze


Ricostruzione della Florentia romana

Lezione 1 - Firenze prima del Comune (05/02/09)

L'assedio di Firenze avvenne tra il 1529 e il 1530, dopo che il Pontefice Clemente VII si mise d'accordo con l'Imperatore Carlo V (per una coincidenza dinastica anche re di Spagna) per riconquistare Firenze: le truppe imperiali assediarono Firenze allo scopo di ristabilire la famiglia Medici sul trono ducale.
Per ripicca,venne organizzato lo stesso il calcio storico (era il 17 febbraio 1530 giorno di carnevale). Vi erano 25 bianchi e 25 verdi e, per assicurarsi che l'avvenimento venisse udito, ingaggiarono dei musici che posizionarono vicino alle mura e che vennero attaccati,anche se non subirono danni. Venne poi cotta la vitella in palio. Nell’assedio morirono circa 10.000 fiorentini.
Questo episodio costituisce la pagina conclusiva della Firenze comunale.
LE ORIGINI
Firenze (il cui nome d'origine è Florentia) è stata per due secoli e mezzo il fulcro del mondo, tanto che nel 1300 venne definita dal Papa "il quinto elemento dell'universo".
Fu fondata nel 59 a.C.sotto la Repubblica Romana durante lo stesso periodo in cui Cesare si dedicò alla conquista della Gallia, per cui vennero costruite strade più veloci per arrivare in Francia,tra cui la via Cassia. Firenze fu fondata perché proprio su questo percorso.
I Romani passarono nel punto dell'Arno più stretto (dove poi fu costruito il Ponte Vecchio); da quella strada proseguivano e la facevano incrociare nell’attuale Piazza della Repubblica con la strada ortogonale. I confini delle mura erano di pochi migliaia di metri: più o meno il quadrato compreso tra piazza Duomo e via delle Terme.
Nella Firenze romana vi erano tre terme, un teatro (all’incirca dove adesso c’è Palazzo Vecchio) e un anfiteatro (tra Piazza Santa Croce e Piazza Peruzzi) fuori dalle mura. L'Impero Romano difendeva i confini e non c'era pericolo di invasioni.
L'adozione del cristianesimo fu una svolta molto importante per Firenze, che entrò a far parte di questo circuito di abbazie e di centri di culto. La leggenda indica in San Miniato il martire che portò il cristianesimo a Firenze.
La caduta dell'Impero Romano si può collocare tra il 400 e il 500 (il 476, noto come l'anno della fine dell'Impero Romano d'Occidente,in realtà è più che altro una data convenzionale), in quanto viene sottoposto a invasioni e saccheggi da parte dei Goti, degli Ostrogoti, dei Bizantini(550) e dei Longobardi (570).
Quando questi ultimi conquistarono l'Italia, per collegarsi a Roma utilizzavano la via Francigena, passando da Lucca e procedendo verso sud. Firenze era tagliata fuori da tale percorso. Furono anni di decadenza.
La ripresa dell'Occidente ebbe luogo soprattutto grazie a Carlo Magno,che favorì anche la rinascita fiorentina.
Il Sacro Romano Impero(da lui fondato) si basava sui feudi,ma stabilendo bene i confini dei marchesati e dei ducati.
Sotto Carlo Magno – o meglio i suoi successori – furono ricostruite le mura fiorentine (3-terza cinta muraria).
Nell'854,Firenze e Fiesole vennero accorpate in un'unica contea,il cui conte risiedeva a Firenze. Dopo l’anno 1000 vennero costruite tre importanti opere monumentali:la Basilica di San Giovanni, la Chiesa di San Miniato a Monte e la Badia Fiorentina.
Il marchesato fiorentino si unì poi a quello emiliano,comandato da Matilde di Canossa,che aggiunse un'altra parte di mura(4 verso la fine del XI secolo) e rinforzò quelle già esistenti.

LA NASCITA DEL COMUNE
Tra il 1115 e il 1125 morirono sia l'Imperatore che Matilde di Canossa e si estinse il Casato dei Cadolingi,la famiglia di feudatari più importante del periodo.
Firenze cominciò allora ad andare avanti senza un Imperatore e l'élite si accordò per attaccare le città e i feudi circostanti:Firenze conquista il contado.
Alla fine del secolo (1190 circa), Firenze aveva stabilito il controllo da Figline a Empoli, obbligando i feudatari vinti a entrare in città in modo da integrarli: questa strategia funzionò per arricchirla, investendo il denaro di quelle abbienti famiglie.
I casati nobili costruirono nella città delle vere e proprie fortezze che, a causa della mancanza di spazio, erano molto alte (raggiunsero anche i 70 metri) e venivano usate a scopi bellici dai vari clan che si erano venuti a formare. Erano le cosiddette case-torri.
La città cominciò a diventare piccola per tutti e alcuni furono costretti a stabilirsi nei dintorni,così decisero di costruire delle nuove mura(5) per integrare i borghi.
Il Ponte Vecchio fu messo in muratura e vennero costruiti:Ponte alla Carraia,Ponte Santa Trinità e Ponte Alle Grazie.

Appunti di Mary Vittoria Dari